Fuori da quella finestra si può vedere dove finisce Atene
Quasi ogni mattina aprendo le finestre sento il mio vicino di casa che suona il pianoforte.
Osservo le finestre degli altri.
Dalla mia finestra si vede un monte e dei lavori in corso della casa di fronte. Per scattare questa foto ho sfruttato il riflesso dello specchio in modo da mostrare solo la parte che più mi piaceva.
Un giorno in cui Milano ci ha regalato una vista speciale.
Balcone su cortile interno, Milano. Quando ho bisogno di aria, esco in balcone.
La vista dalla mia finestra.
Orizzonte-verticale. Durante il primo lockdown il silenzio della strada sotto casa mia, rotto solo dal suono delle sirene, mi ha portata a dare nuovo ordine al paesaggio attorno a me. Il flusso della strada, il passaggio delle persone, è ciò che voglio vedere dalla mia finestra.
Scende la sera e si spengono le luci.
Luci e ombre.Dalla mia finestra vedo palazzi. E soltanto palazzi. Neanche particolarmente interessanti. Se non fosse per la luce del sole, che con le sue ombre taglia la superficie del condominio e crea geometrie particolari.
Fra la nebbia della pianura ed il filtro educato delle tende.
Dalla mia finestra in un giorno di neve.
Nonostante i miei studi continuo ad odiare i cantieri, il rumore del vento tra gli impalcati e soprattutto gli incompiuti.
Le finestre dei vicini
Quanto grande diventa questa stanza quando mi affaccio alla finestra? Abbastanza da sembrare che il mondo là fuori trovi spazio per entrare.
From my window
In the history of photography, this theme has often been the subject of attention and multiple shots by grat photographers, starting with the first shot by Nicéphore Niépce, followed by the equally famous one by J.L.M Daguerre on Boulevard du Temple.