L’angolo verde nella casa di mia nonna.
Un'oasi di carta, in un mare di tecnologia.
Un angolo verde di evasione (Milano)
Il soggetto di questo scatto è la panchina in ferro battuto bianco che si trova in un angolo nel giardino di casa mia. È il posto preferito di mia mamma per fare colazione e rilassarsi, è il suo angolo verde nella grigia città.
Alga palla in barattolo
Una finestra sul mondo.Questa foto è un omaggio all’unico angolo di paradiso che, nei giorni più belli di lockdown, ci ha permesso di vedere il mondo esterno. Al mattino, in primavera le piante erano fiorite e a turno, io e mia mamma sfruttavamo la sedia in legno per leggere sotto il sole di Aprile.
L’orto dietro casa: mio nonno, 91 anni, si alza ogni mattina presto per lavorare la terra.
Natura domestica.
L’uomo e la natura
Arrampicarsi.
Durante la quarantena, l’acquario di mio padre ha costituito per me un’ancora sicura a cui attaccarmi, nel momento in cui prendo il respiro e con coraggio mi distacco dalla realtà. C’è da quando sono nata e rimanda a un mare di cui sento la mancanza e nel quale vorrei perdermi: il profondo blu.
Oasi nel mondo contemporaneo.
Il ritratto di un fiore all’interno della casa contrasta con l’esterno, volutamente sfocato, evidenziando la presenza di uno spazio che esiste ma che lo si vuole considerare lontano, così come la piscina vuota in pieno inverno.
Niente da fare, i parchi son chiusi.
Mia nonna, con una mela in mano, cerca con lo sguardo il cavallo nel campo sotto la sua finestra. Questo è il rapporto lontano, nostalgico e un po' precario tra uomo e natura nello spazio cittadino: il contatto si riduce a un solo gesto, il lancio della mela.
Un orto d’inverno, fra i cavoli e i rami degl’alberi.
Due scale, due mondi. Lo scorcio di un giardino che mi trasmette pace e speranza.
Cortile interno, Milano/Nel cortile del mio palazzo ci sono due carrelli della spesa. Il giardino è pulito ed elegante, ne risulta un quadretto abbastanza ironico.
L’isola che c’è
Il rapporto uomo-natura oggi. In un mondo sempre più tecnologicizzato esiste un luogo dove trovare un’oasi, un rapporto diretto con la natura? Il riferimento alla sequenza di Ghirri: “Colazione sull’erba” con i suoi ovvi rimandi al dipinto di Manet “Le déjeuner sur l’herbe” è puramente non casuale.